Inflazione e trend dei tassi mutuo : previsioni per l’ultimo quadrimestre 2023

Ci troviamo da inizio 2022 a dover fare i conti con un’ inflazione crescente , negli ultimi sei mesi si registra una media del 7.9% a fronte di un tasso medio del 2021 del 1.9%. Ma il fenomeno dell’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo e produttivi - questa la definizione - non è solamente italiano ma interessa tutta l’Europa e gli Stati Uniti.

Si possono identificare all’origine dalla crescita dei prezzi varie motivazioni che in sintesi vengono racchiuse nell’ inflazione da domanda (eccesso di domanda di beni rispetto l’offerta) e da offerta (incremento del costo dei beni prodotti a causa dell’incremento del costo della materie produttive) che, nel lungo periodo, possono alimentarsi ulteriormente dando luogo ad un’inflazione più propriamente monetaria, caratterizzata da un eccesso di moneta in circolazione rispetto i beni acquistabili.

Si ritiene che gli eventi straordinari degli ultimi anni, la pandemia Covid-19 prima ed il conflitto poi, ancora in corso in Ucraina abbiano contribuito ad innescare questa spirale rendendo più onerosi via via i beni prodotti ed offerti spirale poi amplificata dall’eccesso di moneta. Di qui la decisione prima della FED e poi della Banca Centrale Europea di adottare una politica monetaria più restrittiva, aumentando via via i tassi di interesse di cui l’ultimo aumento di 25 punti base, toccando quota 4.25% con decorrenza 2 agosto 2023.

Se le cause scatenanti del processo inflattivo come detto prima, sono sempre complesse da identificare e spesso intrecciate fra di loro, ciò che è incontrovertibile è che l’inflazione genera una diminuzione del potere di acquisto degli individui e delle famiglie a fronte di livelli di remunerazione invariati.

Si aggiunga che seppur comprendendo la genesi del rialzo dei tassi di interessi per contenere l’inflazione monetaria, così facendo si riduce in via diretta anche la possibilità di indebitarsi aumentandone anche l’onerosità, con inevitabili effetti negativi sui bilanci delle imprese già affaticate dall’incremento delle materie prime, sia sui mutuatari che si trovano con rate mensili sempre più pesanti andando ad appesantire il proprio budget destinabile ad altri acquisti.

Se analizziamo gli ultimi 36 mesi, guarda caso dalla fine della pandemia da Covid-19 lo storico Euribor è passato da un tasso di interesse a 12 mesi addirittura negativo pari a -0,50% ad oltre il 4 % nel 2023.

In termini pratici il contraente di mutuo a tasso variabile ha, secondo l’associazione consumatori visto un aumento delle rate medio di oltre i 160€ a mese, con un annuale di circa 2400€ calcolato riferimento ad un mutuo medio di euro 145.000,00.

Se si prende in considerazione l’IRS invece ovvero il tasso che viene applicato a un mutuo a tasso fisso l’osservatorio del Sole 24 Ore rileva che da Agosto 2020 ad Agosto 2023 si è passati da -0,23%   a 3,99%.

La domanda che dobbiamo porci è se la BCE ritenga che l’economia stia rispondendo positivamente a questo incremento dei tassi e se quindi continuerà con questa politica monetaria restrittiva.

Nonostante gli ultimi aumenti di tassi da parte della BCE siano stati accolti con meno favore dei precedenti per gli effetti collaterali sopra descritti, la BCE rinnova come suo target il contenimento dell’inflazione al 2% lasciando intendere che il rally dei tassi non sia arrivato al termine.

Se questo inevitabilmente e comprensibilmente può preoccupare i contraenti di mutuo, crediamo che oggi vi sia più consapevolezza delle ragioni sottostanti all’inflazione e si auspica verranno favorite sia a livello istituzionale sia a livello degli operatori di mercato, condizioni o soluzioni volte a non affaticare ulteriormente i portafogli delle famiglie e conseguentemente il loro potere d’acquisto, dando avvio così ad un circolo virtuoso. In particolare il Parlamento alla fine dello scorso anno ha approvato la legge n. 197 del 29 dicembre 2022 (c.d. legge di bilancio), che ha prorogato la possibilità di sospensione delle rate del mutuo fino al 31 Dicembre 2023 estendendolo anche a autonomi, liberi professionisti, cooperative edilizie a proprietà indivisa.

Si consideri Inoltre che evitare il deterioramento dei crediti è una priorità assoluta anche per le banche, che consci della peculiarità del momento economico, stanno cercando di favorire un maggior dilazionamento delle rate, e più in generale di un processo di rivisitazione ed ottimizzazione dei contratti di mutuo esistenti.

In quest’ottica risale a Luglio l’ultimo accoglimento da parte del Ministro dell’ Economia e delle Finanze di norme atte a facilitare la rinegoziazione del debito. Dopo la presa di posizione dell'associazione bancaria italiana che ha raccolto l'invito del ministro Giorgetti, le banche hanno la possibilità di differire nel tempo le rate dei mutui a tasso variabile in modo che la stessa cifra sia ripartita in un numero maggiore di anni e questo è utile in un momento in cui le famiglie e le imprese hanno difficoltà, Intesa San Paolo, in una dichiarazione di Luglio, ha dato la sua disponibilità ma pur rispettando le linee imposte dalla BCE, anche Unicredit ha aderito a questa possibilità permettendo una maggiore flessibilità del rimborso dei prestiti. Viene data la possibilità di rimodulare a zero spese il proprio mutuo, sospendendo per 12 mesi il rimborso della quota capitale, oppure riducendo l'importo della rata tramite l'allungamento della scadenza per un periodo fino a un massimo di 4 anni.

Le considerazioni sopra esposte ci fanno comprendere come sia complesso prevedere l’andamento dei tassi di interesse e soprattutto in che misura questo si tramuterà in maggior esborso mensile per i fruitori di finanziamento. Opportuno quindi non operare con decisioni impulsive dettate da timori di aumenti di tasso senza un cap o con orizzonte temporale lungo; che oggi paiono meno consistenti dato i punti di attenzione che sono stati sollevati sull’economia degli stati Europee.

Si raccomanda in ogni caso, sia nella fase di erogazione di nuovi indebitamenti ma anche in fase rinegoziazione di rivolgersi a consulenti esperti di settore in grado di fornire soluzioni bilanciate nell’ottica di una pianificazione che deve essere effettuata in un’ottica di medio termine.

Euroansa conta ad oggi, tutta Italia, 800 consulenti iscritti all’OAM in grado di rispondere ad ogni quesito e fornire la soluzione più idonea alle vostre esigenze.